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Presento il primo mini cortissimo di Gianpasquale Cerullo

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Presento il primo mini cortissimo di Gianpasquale Cerullo

Diritti riservati WebEditor D.S

Las Vegas, ogni notte i casinò sono infestati di gente in cerca di una speranza e di un nuovo futuro. In quei casinò c'è gente di ogni tipo, ma una cosa li accomuna tutti, il fatto che sono tristi. Se sei veramente felice non vai a spendere i tuoi soldi in una slot machine sperando che la vita cambi a un secondo all'altro. Io lavoravo in uno di quei tanti casinò di Las Vegas, facevo l'hacker di macchinette, per questo il proprietario mi pagava fior di quattrini per far mantenere il silenzio. Dopotutto anche io ero colpevole, è illegale barare, ma chi mai l'avrebbe scoperto? Quella notte lo scoprirono. Entrò un ragazzo con la sua fidanzata, erano giovani, cercavano speranza per un grande matrimonio e una grande storia. Il ragazzo per nostra sfortuna si intendeva di hacking. Fu la nostra rovina, dopo un'ora che eran lì, dopo aver consumato più di duemila dollari urlò:

"Queste slot machine sono taroccate! È impossibile che dopo circa duemila verdoni spesi in una sola macchina non abbia vinto nemmeno una volta!" Fu colpa mia? Non lo so, ma qualcosa andò storto. Una cosa era certa, il bastardo stava chiamando la polizia. Il capo mi chiamò, era già rosso dalla rabbia e mi minacciò di morte se non avessi provveduto a fare qualcosa. Ma io da solo che potevo mai fare? Ormai era fatta, l'unico modo era far ritornare tutte le slot come nuove. Impossibile da fare in meno di mezz'ora. La polizia arrivò, ora tralascio ciò che accadde dopo. Il casinò chiuse, io mi feci solo una settimana di galera, il mio avvocato riuscì a tirarmi fuori da lì, ma il capo aveva avuto 20 anni per truffa aggravata.

Provai a rifarmi una vita ma non ci riuscì, tutti conoscevano il mio volto e il mio nome. Uno dei più grandi casinò di Las Vegas dove la gente giocò miliardi per vincere, chiuso per truffa aggravata e io ero in quella merda. Campai per un po' di tempo- quello che non mi bastava - a Las Vegas, l'unico modo di ricominciare era abbandonare la città. Vendei la casa, presi il primo biglietto di sola andata verso l'Europa, l'Inghilterra, ero stufo dell'America e della sua gente.

Ero lì in aeroporto, solo. All'improvviso si sentirono le urla di una donna contro un uomo. La donna e l'uomo piangevano insieme. Lei diceva: "Hai rovinato tutto! Hai rovinato la nostra vita, il nostro amore, non avremo mai la casa e il figlio che desideravamo! Proprio perché tu… tu pensi solo ai soldi!"

"Ascoltami, le slot erano taroccate, hai visto il telegiornale, l'hai letto sui giornali. Perché non mi credi?"

"Avremmo potuto avverare i nostri desideri con il nostro sangue e sudore, invece sei solo una merda che non ha mai avuto voglia di lavorare! Ora paghi le responsabilità, vado da mia madre in California, addio"

A quell'addio per quasi non piangevo. Avevo spezzato un amore, un amore era morto per causa mia, per la sporca corruzione dei soldi. Era tutta colpa mia… e non era finita lì! In prima pagina di un giornale c'era l'articolo di un uomo che si era suicidato perché aveva perso tutti i suoi risparmi in un casinò, il suo desiderio era quello di ricominciare da capo e spendeva i propri soldi lì, nel casinò in cui lavoravo. Un altro brivido lungo la schiena mi tormentò. Come avevo potuto fare una cosa del genere? Perché noi umani pensiamo solo a noi stessi? Sono domande a cui non troverò mai risposta.

Non volevo pensarci, prima di partire mi bevvi due birre e salì in aereo. Il tormento non finì lì. A quasi metà del viaggio un uomo si suicidò con una semiautomatica di 6 mm. Non so il motivo, ma mi avvicinai di colpo a lui, e vidi che scrisse un biglietto prima di suicidarsi. Lo presi e lo nascosi. C'era scritto:

"Non ho più speranze di nulla, ho perso tutto. La mia casa, la mia donna, mia figlia, il mio cane, i miei genitori mi odiano. Avrei dovuto ascoltare i consigli di mia moglie, non sarei dovuto andare più quel casinò. Ma lo avevo lì vicino casa e ogni sera venivo tentato ad entrarci. Tutte quelle luci… tutte quelle speranze per me e la mia famiglia. Avrei potuto ricominciare da capo, ora invece mi ritrovo con nulla. Mi trovo qui su un aereo perché mio padre era un pilota, voglio farla finita proprio dove mio padre era diventato qualcuno. Quell'uomo mi ha dato tutto nella vita, io l'ho solo tradito, ho tradito tutti. Che siano dannati tutti coloro che lavoravano in quel casinò, ma giustizia è stata fatta. Quel direttore ha perso 20 anni della sua vita, ma ne sono state spezzate altre, compresa la mia."

Il biglietto terminava lì, da quel che ricordo… oppure era sporco di sangue o fui io che non volevo più leggere. Stavo per sentirmi male. Avevo la voglia di prendere quella pistola e terminare anche la mia vita, ma svenni all'improvviso. Mi ritrovai in un'autoambulanza, a Londra, dove avrei ricominciato tutto.

Non so come feci ma trovai un mio lavoro, dovevo semplicemente fare lo schiavetto di un tizio che gestiva un negozio di informatica ad "alta tecnologia". Non era come a Las Vegas. Sì, Londra di notte era illuminata ma Las Vegas rimaneva tutt'altra cosa. Avevo voglia di ritornare anche dopo quello che avevo fatto. Con quale coraggio potevo ritornare? Cosa mi spingeva a ciò? So solo che non lo feci per 20 anni. Dopo 20 anni, a pochi mesi dal rilascio del mio ex capo ritornai lì a Las Vegas. Il motivo? Non lo conoscevo. Avevo 50 anni, non avevo alcuna donna e lasciai anche ogni tipo di lavoro. Campavo a giornata, come si suol dire. Ma ero lì di nuovo, a cercare cosa? Beh, scoprì una verità agghiacciante. Mi rabbrividì il corpo. Erano passati 20 anni e il telegiornale parlava di ciò che era successo 3 anni dopo ciò che accadde al casinò in cui lavoravo, i federali avevano chiuso più di un mezzo dei casinò di Las Vegas. Perfino i casinò che ebbero fatto la storia di Las Vegas, chiusero per truffa aggravata. Soltanto che i direttori e i loro complici vennero rinchiusi entrambi e ognuno di loro scontava la sua pena, molti però si suicidarono o tentarono di scampare, ma invano visto che i federali avevano il compito di sparare a vista chi tentava di scappare. Certo che si erano del tutto scatenati!

Las Vegas non era più la stessa, ora la gente era senza vita peggio di 20 anni fa e un'altra domanda mi passò per la testa: grazie a me tanta altra gente non avrebbe più perso soldi, famiglia e futuro? Beh, però per causa mia tanta altra gente era morta. Ero usato come carpo espiatorio da un destino orribile senza la mia volontà. Scoprì anche che il mio ex capo era morto giusto un anno dopo di galera.

Non avevo più nulla da fare in quella città, volevo dimenticare tutto. Scelsi il posto migliore per dimenticare, andai in India. Come già detto, avevo cinquant'anni ed era difficile che un uomo di quella età potesse ricostruirsi una vita, ma il destino ti riesce sempre a sorprendere. Incontrai persone stupende lì, viaggia per tutta l'India- ci riuscì perché ero abituato a campare a giornate - e nella capitale,Nuova Delhi, incontrai la donna che mi avrebbe cambiato la vita a più di 50 anni. Le raccontai la stessa cosa che raccontavo alle persone che conoscevo durante il mio viaggio, la mia storia. Mi capì… mi capì. Andammo a vivere insieme, ci sposammo perfino, e a 53 anni riuscì perfino ad avere un figlio. Ora ho 70 anni e lui ne ha 17. È un gran bel ragazzo, pieno di vita e rispettoso verso gli altri. Prima di fare qualunque cosa pensava al bene degli altri, poi a se stesso, gli avevo insegnato io a comportarsi così. Per 20 anni della mia vita, sono stato felice, ho goduto della mia vita. Ora mi aspetta il post morte. Cosa mi aspetta dopo tutto quello che avevo fatto? Troppe domande e nessuna risposta, la mia vita è stata piena di domande senza risposta. Ma cosa conta? Io non sono nulla, sono solo un capro espiatorio.

 

PIACIUTO ?

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:facepalm:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

:prot:

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we belzebù, a Santa Maria Capo a Vetere curano il copiaincollismo cronico, chiedi del Dott. Mario, mario Incolla

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Io in realtà ci ho provato, sono arrivato fino a "Vendei la casa", e non ce l'ho più fatta... sono Emiliano, faccio il tifo per "Vendetti" ...

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Io in realtà ci ho provato, sono arrivato fino a "Vendei la casa", e non ce l'ho più fatta... sono Emiliano, faccio il tifo per "Vendetti" ...

 

Ossignur.... ma quale delle due è corretta ?

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Ossignur.... ma quale delle due è corretta ?

 

Entrambe, Vendei è il passato terrone del verbo vendere, ma è corretto. E' giusto avere due forme di passato remoto dato che da loro il passato remoto è passato da 10 minuti :asd:

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